Primavera

È il tempo della natura che si risveglia dal torpore invernale.

Il paesaggio si colora e assume una nuova foggia; gli alberi si caricano di gemme, le fronde tornano a verdeggiare.

In molte comunità, in particolare in Romagna, la nuova stagione viene accolta con riti che affondano le proprie radici in secoli lontani: pensiamo, ad esempio, alla tradizione dei fuochi accesi fra la fine del mese di febbraio e i primissimi giorni di marzo. Il lòm a merz, tradizione che resiste ancora oggi, ha una funzione propiziatoria: ci si augura che questo fuoco, accendendosi e illuminando le campagne, possa annunciare l’arrivo di una primavera rigogliosa, liberandosi definitivamente dai rigori e dall’oscurità del periodo invernale.

Dòp un invéran ch’u s tnéva céus ad chèsa
U m pis da guardè un òm
Ch’e’ pàsa tra dal sìvi e di lanzùl
Ch’e’ réid a purtè a spas un animèli

Dopo un inverno che ci ha tenuti chiusi in casa
Mi piace guardare un uomo
Che cammina fra le siepi e i lenzuoli
Che ride mentre porta a spasso un animale

Tonino Guerra, E’ Luneri (1954)

Come scrive Tonino Guerra, dopo un inverno che ha tenuto gli agricoltori chiusi in casa, la vita nei campi riprende in maniera più frequente e rigorosa.

I campi tornano così a essere il centro della vita contadina.

Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, giunge il tempo della semina della canapa. Dopo che il terreno è stato opportunamente preparato e vangato, si possono mettere a dimora i semi di questa pianta, che sarà poi, nel corso dell’anno, oggetto di numerose lavorazioni. Se inizialmente la canapa viene seminata manualmente, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento questa operazione si realizza con seminatrici meccaniche.

Dopo la semina, nel corso della primavera, i contadini curano il terreno su cui è coltivata la canapa con un rastrello o con un rullo per far germogliare le piante e, in seguito, procedono alla sarchiatura per estirpare le erbe dannose.

È anche la stagione in cui riprende la produzione dei derivati del latte da parte del casaro. La collezione è ricca di strumenti, quali ad esempio casere, zangole e pentole per cagliare, che mostrano l’importanza di queste attività nel corso della stagione primaverile.

Sempre in primavera, è il tempo dei travasi del vino e il successivo imbottigliamento. A partire dalla metà degli anni cinquanta del Novecento si diffonde l’uso della macchina imbottigliatrice. La cura del vino parte con la vendemmia ma poi si sviluppa lungo tutto l’arco dell’anno: in primavera, dopo aver riposato nelle botti e nelle damigiane, il vino è pronto per essere messo in bottiglia.